Classe in equilibrio:
come l’analisi comportamentale migliora la gestione quotidiana
Francesco Galvano
Gestire una classe non è solo insegnare, ma signica anche capire ed indirizzare i comportamenti degli studenti in un’aula che è un lavoro in continua evoluzione e assai complesso. L’approccio dell’Analisi del Comportamento Applicata (ABA) permette di gestire i comportamenti all’interno dell’ambiente scolastico grazie a strumenti pratici, confermati dalla ricerca e che consentono di capire, prevedere e lanciarsi nel compito molto importante di “plasmare” i comportamenti all’interno dell’ambiente scolastico. Non parliamo di “convincere”, ma di costruire condizioni ottimali per imparare, insegnando adeguatamente, utilizzando strategie di intervento efficaci, monitorando frequentemente il grado di coincidenza fra quanto avviene e l’obiettivo desiderato. L’insegnante deve prima analizzare il gruppo-classe attraverso l’osservazione sistematica, strumenti di valutazione comportamentale (es. ABC – Antecedente, Comportamento, Conseguenza) e interviste con altri educatori. È fondamentale identificare pattern comportamentali, punti di forza, fragilità e bisogni individuali. Anche il setting fisico gioca un ruolo critico. Ad esempio, una disposizione ordinata dei banchi, segnali visivi coerenti (es. cartelloni con regole) e la definizione di spazi per il lavoro autonomo riducono la probabilità di comportamenti problema (Cooper, Heron & Heward, 2020). Ad esempio, in una classe con alunni facilmente distraibili, l’eliminazione di stimoli superflui (come decorazioni eccessive) può aumentare l’attenzione sostenuta.
Strategie comportamentali per la gestione quotidiana della classe
L’insegnante può usare strategie di rinforzo positivo, di modellamento e di gestione degli antecedenti. Si pensi al “sistema a punti”: si fornisce rinforzo (ad esempio tempo in più per effettuare attività gradite) in funzione di comportamenti desiderati, quali rispettare turni di parola. Aumenteremmo così la frequenza dei comportamenti target e manterremmo alta la motivazione (Kazdin, 2012). Importante è anche il prompt fading: se l’alunno fa fatica ad eseguire una sequenza d’interazioni, l’insegnante può iniziare con istruzioni verbali frequenti e via via diradarle per sostenere l’autonomia del quale. Non vanno quasi mai fatte riprensioni a voce alta o urlare contropiede, siccome questi fantasticano di portare un aiuto ed essi imperversano a stilare una buona comunicazione.
Monitoraggio, flessibilità e adattamento
La gestione comportamentale è un processo dinamico. L’insegnante deve monitorare i dati (es. frequency chart) e adattare le strategie se non producono miglioramenti significativi. Per esempio, se un piano di rinforzo non funziona, potrebbe essere necessario rivedere la qualità o la tempistica del rinforzo. L’uso del data tracking permette decisioni basate sull’evidenza, non su intuizioni (Sulzer-Azaroff & Mayer, 1991). Infine, l’insegnante deve lavorare anche sul clima di classe, promuovendo comportamenti prosociali e la collaborazione tra pari. Lavori di gruppo strutturati, con ruoli assegnati e obiettivi chiari, aiutano a consolidare l’autoregolazione e il rispetto delle regole. In sintesi, una gestione efficace non è questione di “carisma”, ma di competenza tecnica e intenzionalità pedagogica.
Conclusioni
La gestione dell'aula è forse uno degli argomenti più discussi nel sistema educativo, con la necessità di legare insieme diverse discipline, mai debitamente riconosciute. Definita propriamente come l'esercizio dell'autorità e della leadership in un determinato ambiente di apprendimento, i metodi di questa natura non implicano mai la pratica di regole rigide sugli studenti. Non ruotano attorno ad atti eticamente non professionali o incapaci di promuovere la salute e il benessere degli studenti. I metodi non significano nemmeno gestire la classe con il risultato finale di imporre le proprie opinioni sugli interessi di apprendimento degli studenti. Questi significati mostrano quindi come la gestione delle classi sia una sfida per gli insegnanti, anche se le idee vengono decostruite criticamente nella maggior parte delle pubblicazioni disponibili oggi. Si tratta, però, di un processo calcolato sulla composizione scientifica e psicologica della mente, che tiene conto del fatto che ogni studente è unico nel suo modo di comprendere e che non migliorerà semplicemente le percentuali di successo, ma avrà un impatto sull'apprendimento appropriato, nonostante le strozzature presenti nelle classi, come l'aumento dell'assenteismo, il numero di studenti con esigenze speciali e il numero di studenti con esigenze di apprendimento.
Riferimenti bibliografici
Cooper, J. O., Heron, T. E., & Heward, W. L. (2020). Applied Behavior Analysis (3rd ed.). Pearson.
Kazdin, A. E. (2012). Behavior Modification in Applied Settings (7th ed.). Waveland Press.
Sulzer-Azaroff, B., & Mayer, G. R. (1991). Behavior Analysis for Lasting Change. Holt, Rinehart and Winston.
Behaviour Analysis Team
Ricerca scientifica e formazione professionale dal 2009
© 2025. All rights reserved.