Nell’ombra del prepotente: la psicologia del bullismo
Francesco Galvano
Il bullo agisce in modo intenzionale e ripetuto per infliggere danno a una vittima ritenuta più debole, sfruttando uno squilibrio di potere nel gruppo. È un fenomeno globale di rilevanza sanitaria: negli Stati Uniti oltre il 34 % degli adolescenti riferisce di essere stato vittima di bullismo nell’ultimo anno (CDC Italia). Le sue manifestazioni includono forme fisiche, verbali, relazionali e di cyberbullismo, ciascuna con modalità e impatti specifici. Le conseguenze psicologiche — ansia, depressione, sintomi post-traumatici — possono perdurare a lungo termine, influenzando rendimento scolastico e relazioni sociali PubMedCDC Italia. Gli interventi più efficaci sono di tipo multicomponente ed ecologico, come il Programma Olweus e il KiVa finlandese.
1. Definizione e caratteristiche del bullismo
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il bullismo è «un importante problema di salute pubblica caratterizzato da comportamenti aggressivi e ripetuti con intento di danneggiare» soggetti percepiti come vulnerabili Iris.
L’American Psychological Association lo descrive come «azioni volte a intimidire, umiliare o mettere in difficoltà la vittima, che tipicamente non provoca gli attacchi e fatica a difendersi» (American Psychological Association).
Elemento distintivo è la ripetitività del comportamento abusante in un contesto di squilibrio di potere tra bullo e vittima (APA Dictionary of Psychology).
2. Forme di bullismo
Fisico: aggressioni dirette (percosse, spinte) o indirette (danneggiamento di beni), con conseguenze sia materiali sia emotive.
Verbale: insulti, minacce e umiliazioni, sia in forma palese sia nascosta (sussurri, pettegolezzi).
Relazionale: esclusione sociale o diffusione di voci per isolare la vittima dal gruppo dei pari.
Cyberbullismo: uso di strumenti digitali (social media, chat) per inviare messaggi denigratori o diffondere immagini lesive, potenzialmente amplificati nella viralità UNESCO.
3. Fattori di rischio e modelli teorici
La teoria dei sistemi ecologici, elaborata da Urie Bronfenbrenner, concepisce lo sviluppo umano come il prodotto di interazioni dinamiche fra più contesti ambientali organizzati in sistemi concentrici: microsistema, mesosistema, esosistema e macrosistema Wikipedia. Questa prospettiva risulta particolarmente utile per comprendere il fenomeno del bullismo, poiché mette in luce come fattori individuali (es. atteggiamenti, competenze sociali) e ambientali (es. relazioni familiari, norme culturali) agiscano in sinergia per favorire o prevenire comportamenti di prevaricazione tra pari Semantic Scholar.
Microsistema
Il microsistema è il livello più prossimo all’individuo e comprende gli ambienti con cui egli entra in contatto diretto, quali famiglia, scuola, gruppi di pari e comunità locali Wikipedia.
All’interno del contesto scolastico, ad esempio, la presenza di relazioni supportive tra insegnanti e studenti può fungere da fattore protettivo contro il bullismo, mentre amicizie conflittuali o la pressione del gruppo dei pari possono alimentarlo atlantis-press.com.
Mesosistema
Il mesosistema riguarda le interazioni tra due o più microsistemi: ad esempio, il modo in cui la comunicazione tra genitori e insegnanti influisce sulle dinamiche di gruppo a scuola Wikipedia.
Una solida collaborazione scuola-famiglia, caratterizzata da incontri regolari e strategie condivise, riduce la probabilità che comportamenti aggressivi a scuola rimangano inosservati o non gestiti, abbassando così i livelli di bullismo ResearchGate.
Esosistema
L’esosistema comprende contesti nei quali l’adolescente non è direttamente coinvolto, ma che esercitano un’influenza indiretta sul suo sviluppo (es. lavoro dei genitori, media, servizi sociali) Wikipedia.
Per esempio, politiche educative e risorse per la formazione degli insegnanti – pur non riguardando direttamente gli studenti – modellano l’ambiente scolastico e le pratiche di prevenzione del bullismo UNICEF.
Macrosistema
Il macrosistema comprende valori culturali, norme sociali, leggi e politiche che definiscono il “clima” generale in cui microsistemi, mesosistemi ed esosistemi operano Verywell Mind.
A livello macrosistemico, campagne nazionali di sensibilizzazione, leggi contro la violenza tra pari e programmi scolastici obbligatori contribuiscono a stabilire standard di comportamento e a veicolare messaggi di tolleranza zero verso il bullismo Semantic Scholar.
Apprendimento sociale
Secondo Bandura, l’aggressività si apprende per modellamento osservazionale, in cui l’individuo imita comportamenti aggressivi osservati in modelli reali (coetanei, adulti) o mediatici (televisione, videogiochi), soprattutto quando tali atti non sono seguiti da punizioni o da rinforzi prosociali Simply PsychologyPMC. Il processo di apprendimento si articola in quattro fasi – attenzione, ritenzione, riproduzione e motivazione – e viene favorito da fattori quali l’identificazione con il modello, la similarità percepita e il rinforzo vicario Encyclopedia BritannicaTeachThought. L’assenza di rinforzi positivi per comportamenti prosociali e la diffusa esposizione a violenza mediatica aumentano la probabilità di imitazione di atti aggressivi, consolidando schemi di risposta ostili nelle relazioni interpersonali PMCAmerican Psychological Association.
4. Conseguenze psicologiche
Numerosi studi longitudinali associano l’esposizione a bullismo con:
Disturbi d’ansia e depressione
Sintomi post-traumatici
Basso rendimento scolastico e abbandono scolastico
Rischio suicidario e ideazione autolesiva
Questi esiti possono manifestarsi sia nelle vittime sia, a lungo termine, nei bulli stessi, che presentano maggior probabilità di sviluppare problemi conduttuali e criminalità (PubMedCDC Italia).
5. Strategie di prevenzione e intervento
Programmi scolastici multicomponenti
Olweus Bullying Prevention Program: approccio globale con componenti a livello di scuola, classe e famiglia, con risultati significativi nella riduzione di atti di bullismo clemsonolweus.org.
KiVa (Università di Turku): curriculum, attività di gruppo e strumenti digitali per monitorare e intervenire sui casi di bullismo, con efficacia dimostrata in numerose valutazioni scientifiche (KiVa Program).
Elementi efficaci
Secondo una revisione sistematica, i programmi che combinano:
Formazione del personale scolastico
Coinvolgimento attivo degli studenti
Policy chiare e applicazione coerente di sanzioni
Coinvolgimento delle famiglie
ottengono riduzioni più marcate di comportamenti aggressivi e vittimizzazione (NCBI).
Conclusioni
Il fenomeno del bullismo si presenta come un problema multidimensionale, con cause e conseguenze che si sviluppano a più livelli ambientali e individuali, generando effetti devastanti sul benessere psicologico, sul rendimento scolastico e sulle relazioni sociali dei giovani World Health Organization (WHO).
Numerose meta-analisi e revisioni sistematiche confermano l’efficacia complessiva degli interventi scolastici anti-bullismo, che mostrano riduzioni significative di episodi di vittimizzazione e comportamenti aggressivi PubMedJAMA Network. In particolare, il Programma Olweus ha evidenziato cali duraturi di aggressione e vittimizzazione tra studenti e insegnanti PubMed, mentre implementazioni su larga scala hanno confermato la sostenibilità dei suoi effetti nel tempo ScienceDirect.
Gli approcci basati su un modello ecologico, che agiscono simultaneamente sui contesti microsistemici (famiglia, scuola), mesosistemici (coordinamento scuola–famiglia) ed esosistemici (politiche educative, media), risultano i più promettenti nel creare un cambiamento strutturale e culturale ResearchGate.
Il coinvolgimento attivo di famiglie e operatori scolastici—tramite formazione specifica, strategie di comunicazione efficace e rinforzo di comportamenti prosociali—favorisce un clima di inclusione e rispetto, fondamentale per prevenire nuovi casi di prepotenza CDC ItaliaUNICEF.
Al livello macrosistemico, l’adozione di linee guida internazionali come il manuale INSPIRE dell’OMS e programmi di sensibilizzazione di UNICEF e CDC contribuisce a promuovere politiche di tolleranza zero e a garantire risorse per interventi tempestivi Organizzazione Mondiale della SanitàWorld Health Organization (WHO).
Per mantenere i risultati ottenuti e rispondere alle nuove sfide—come il cyberbullismo e le disparità di genere—è essenziale investire in studi longitudinali, monitorare l’aderenza agli standard di attuazione dei programmi e favorire un costante scambio di best practice tra scuole, comunità e istituzioni. Solo così potremo spezzare la spirale della violenza tra pari e garantire ai giovani un ambiente educativo efficace, sicuro e inclusivo.
Riferimenti bibliografici
World Health Organization. Prevention of bullying-related morbidity and mortality. Bull World Health Organ.
American Psychological Association. Bullying. APA.
APA Dictionary of Psychology. Bullying.
UNESCO. International Day against Violence and Bullying at School, Including Cyberbullying.
Centers for Disease Control and Prevention. Bullying Victimization Among Teenagers: United States, July 2021–December 2023. Data Brief No. 514.
Centers for Disease Control and Prevention. Bullying | Youth Violence Prevention. [turn2search2]
Lee, C.-H. et al. An Ecological Systems Approach to Bullying Behaviors Among Middle School Students in the United States. ResearchGate (2025).
Dawkins, P., et al. The silent shadow in primary school: The invisible face of bullying. Child Abuse & Neglect (2024).
Rands, M. R. et al. A meta-analysis of longitudinal partial correlations between school violence and mental health. PubMed (2020).
Olweus, D. Olweus Bullying Prevention Program. Clemson University. [turn1search4]
Kärnä, A., et al. KiVa Antibullying Program: Evidence-based tools to tackle school bullying. KiVa Program.
Ttofi, M. M., & Farrington, D. P. What works in preventing bullying: Effective elements of anti-bullying programmes. J Aggress Conflict Peace Res. (2009).
Behaviour Analysis Team
Ricerca scientifica e formazione professionale dal 2009
© 2025. All rights reserved.